La lettura è stata spesso considerata un’attività individuale. Con l’avvento dell’era digitale, in cui la solitudine – ricercata o casuale – sembra essere a portata di tutti, il ruolo delle biblioteche sta mutando. Spazi di lettura meno canonici e istituzionali stanno invadendo gli spazi urbani, e si stanno trasformando non soltanto in luoghi comunitari, in cui la diffusione della cultura si unisce alla riappropriazione dello spazio pubblico ed a una maggiore inclusività fra le persone.  

Seppur in passato centri di lettura, librerie e biblioteche hanno rappresentato importanti centri culturali e di scambio fra diversi scrittori – si prendano, ad esempio la Shakespeare and Company di Parigi o la City Lights di San Francisco – si trattava di realtà frequentante da una stretta cerchia di professionisti o intellettuali.  

Oggi, attraverso interventi di rigenerazione urbana, sia che si tratti di piccoli interventi di agopuntura urbana o di grandi progetti infrastrutturali, la diffusione della cultura sta assumendo un ruolo fondamentale nelle attività comunitarie di inclusione, partecipazione e di una nuova fruizione dello spazio pubblico sociale.  

Attraverso alcuni esempi, ripercorriamo questa trasformazione sociale delle biblioteche passando da piccoli e grandi progetti che hanno però in comune lo stesso obiettivo: aprire l’accesso alla cultura, in questo caso alla lettura, a tutta la popolazione. E creare un rinnovato senso di socialità. 

Story Pod

Le micro biblioteche in città  

In città sempre più urbanizzate e standardizzate, in cui si acuiscono le disuguaglianze e in cui si manifestano sempre più spesso situazioni di esclusione sociale, si intravede una nuova tendenza di riappropriazione dello spazio pubblico. Che vede nella creazione di piccole, talvolta piccolissime biblioteche, uno strumento capace di creare spazi comunitari informali, in cui persone di qualsiasi estrazione sociale o età vengono stimolate alla lettura. 

Ne è un esempio la Biblioteca Giardino Migranti, creata nel 2010 nel parco di Levinski a Tel Aviv, un parco frequentato per lo più da giovani lavoratori migranti.
La struttura della biblioteca è volutamente aperta, senza guardie né pareti (se non quella su cui si reggono i libri) per trasmettere il senso di apertura. Il progetto vede nel diritto al libro un diritto umano fondamentale e una possibilità di fuga dal malessere quotidiano. E funge da centro culturale e comunitario per persone spesso ai margini della società, in cui trovano un luogo non soltanto sicuro, ma che da loro gli strumenti necessari – attraverso la libertà di accedere alla cultura – di integrarsi ed emanciparsi.  

Sulla stessa linea si inserisce la biblioteca Story Pod, a nord di Toronto. La biblioteca nasce come hub di scambio per i libri e per rinvigorire socialmente la città di Newmarket. Il progetto nasce come mezzo per creare un vivace centro di aggregazione. La struttura, semplice, che si apre al pubblico come la pagina di un libro incoraggia i passanti ad entrare. Quando la notte le porte vengono chiuse, luci a led ad alta efficienza, alimentante da pannelli solari nascosti sul tetto, creano una sorta di lampada che illumina l’area e permette la creazione di piccoli eventi culturali o mercatini per lo scambio di libri.  

Riappropriazione culturale dello spazio pubblico 

CW Lane

Il progetto CW Lane reading Space si configura come un progetto sperimentale di riutilizzo dello spazio pubblico, mettendo in discussione i limiti e le regole della gestione della gestione urbana che ha caratterizzato storicamente Hong Kong. 

L’obiettivo del progetto è quello di riconnettere le persone attraverso interventi architettonici temporanei, in un contesto urbano affollato come quello di Hong Kong, in cui, la configurazione urbanistica verticale limita gli spazi di socializzazione aperti e pubblici, soprattutto nelle aree centrali e più antiche della città. Aree che spesso sono state realizzate attraverso una progettazione rigida e limitata, top-down, che non facilita l’interazione sociale né incoraggia attività comunitarie e di socializzazione.  

Da queste premesse, la realizzazione di una piccola biblioteca di scambio come CW Lane tende a rispondere tempestivamente, attraverso un intervento architettonico a basso costo, temporaneo e funzionale.  

La diffusione della cultura come elemento di connessione fra le persone si realizza attraverso la disposizione di più di 350 titoli legati a vari argomenti, dalla filosofia alla storia, fino ai libri per bambini, in modo da rendere l’iniziativa di carattere intergenerazionale e inclusivo.  

Architettura sociale, emancipazione culturale 

Biblioteca Espana

Quando si tratta della realizzazione di grandi infrastrutture si è soliti pensare a progetti a favore del centro città o della zona più in espansione di un agglomerato urbano. Ma, fra i progetti di riqualificazione che hanno coinvolto Medellín negli ultimi anni, e che sono stati definiti di “architettura sociale”, quello di porre al centro dei barrios più poveri un’avanguardistica biblioteca ha suscitato lo stupore di molti osservatori. 

Tuttavia, la mossa si è rivelata più che azzeccata. La Biblioteca de España sorge sulle colline tristemente note per l’ondata di violenza che ha investito la città negli anni ’80 e ’90 e che sono contrassegnati per la forte povertà della loro popolazione. 

Il progetto della Biblioteca de España non è solo un capolavoro architettonico, ma è, soprattutto, un capolavoro sociale: la sua iconicità, oltre a rendere la zona più attrattiva ed esteticamente piacevole, indentificandosi anche come un’opportunità d’orgoglio per gli abitanti, ha avuto un grande effetto positivo sulle persone dei quartieri limitrofi. I collegamenti attraverso funivia permettono a tutta la popolazione di Medellin di raggiungere il luogo, che si configura oggi come pilastro della rinascita cultura e sociale della città colombiana, diventando uno spazio di inclusone sociale, di incontro e di accesso libero alla cultura, vero scudo sociale contro la violenza.  

Gli esempi riportati dimostrano che la diffusione di cultura – di tutte le arti, non solo della lettura – può essere uno strumento potente per l’emancipazione delle comunità. Un driver capace di promuovere nuovi modelli di socializzazione, di inclusione e di partecipazione. E di come le stesse città possano cambiare in meglio, attraverso piccoli o grandi interventi, quando alla rigenerazione urbana si unisce la diffusione di cultura. Creando nuovi spazi comunitari, e migliorando le funzioni sociali dello spazio pubblico. 

 

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Per scoprire di più: 

Arch Daily – Reading as a Social Act : 15 Micro-Libraries in Urban and Rural Settings 

Arch Daily – Biblioteca España / Giancarlo Mazzanti  

UrbanNext – CWLane Reading Space – urbanNext