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Città trafficate. Auto parcheggiate ovunque. Poco spazio per i pedoni e ancora meno per sedersi e incontrarsi per strada. E se ci fosse un modo per sottrarre spazio alle auto e trasformarlo in un luogo identitario, collettivo e sostenibile? I parklet possono essere la soluzione! 

Persone sedute su un parklet in legno, circondate da aiuole verdi e piccoli cassoni con ortiI dati ci dicono che le auto rimangono ferme e inutilizzate per il 95% del loro ciclo di vita. Sorge quindi spontanea una domanda: cosa si potrebbe fare con lo spazio prezioso che nelle nostre città è dedicato esclusivamente al parcheggio di auto private? Ascoltando il desiderio espresso da molti cittadini di riconnettersi e di creare comunità, oggi è essenziale restituire spazio alle relazioni. I parklet fanno proprio questo: “erodono” il dominio dell’asfalto per creare piccoli spazi di quartiere a “misura d’uomo”. Ma partiamo dall’inizio: cosa sono i parklet? 

I parklet: temporanei, sostenibili, sperimentali 

Il parklet può essere considerato come un’estensione del marciapiede, solitamente ricavata dallo spazio liberato da uno o più posti auto. È pensato per offrire maggiore spazio e servizi ai cittadini che usano la strada: un luogo d’incontro dove fermarsi, sedersi e socializzare che, allo stesso tempo, può mettere a disposizione altre funzioni. Può ospitare, ad esempio, rastrelliere per parcheggiare le biciclette o postazioni di ricarica per mezzi elettrici, promuovendo così pratiche di mobilità sostenibile. Inoltre i parklet presentano spesso una componente verde e possono essere arricchiti da arredi di design o da opere artistiche. 

Struttura di un parklet dall'alto, che mostra l'ingombro al posto di un parcheggio auto.Il parklet è una pratica di urbanismo tattico: si tratta di un modo per sperimentare un uso diverso degli spazi della città e promuovere la vivibilità dei quartieri. Per questa ragione si caratterizza spesso come un intervento temporaneo, oltre che modulare ed economico. Questa sperimentazione è utile per testare soluzioni, anticipare benefici e indirizzare in modo ragionato interventi futuri e permanenti di riqualificazione urbana. Ovviamente i parklet portano anche dei vantaggi nell’immediato. 

A cosa servono? 

Possiamo dire che i parklet permettono il recupero di non-luoghi urbani a favore della comunità: le strade tornano ad essere uno snodo vitale nella vita di quartiere e non più semplici arterie trafficate o parcheggi. Si tratta di una risposta sociale e sostenibile che restituisce un’identità a porzioni di città anonime. 

Parklet in legno colorato, parzialmente coperto, con persone sedute ai tavoliÈ poi innegabile la spinta che viene data al ripensamento della mobilità cittadina: realizzare un parklet è l’occasione per considerare nuove strategie mirate alla riduzione del traffico veicolare a vantaggio della mobilità sostenibile. Strategie necessarie, se consideriamo che l’Italia è al secondo posto per numero di auto per abitante e abbiamo città tra le più trafficate al mondo. A conferma dell’impatto che questi piccoli interventi possono avere, i dati parlano chiaro: il traffico pedonale aumenta fino al 44% nelle strade con parklet. La ragione è che le persone si sentono più sicure nel frequentare queste strade e trovano nello spazio pubblico dei luoghi che racchiudono in sé svago e servizi. 

In seguito all’implementazione di parklet, molte zone hanno registrato un aumento della vivacità nella frequentazione: il desiderio infatti di ritrovarsi all’aperto, circondati dal verde, rallentando i ritmi di vita frenetici, viene esaudito in questi piccoli spazi funzionali. 

Parklet in legno con sedute e vasi con fiori incorporati nella strutturaTalvolta emergono preoccupazioni da parte dei commercianti che hanno il punto vendita in corrispondenza di queste aree di sperimentazione: eliminare parcheggi danneggia le attività locali? In realtà ricerche internazionali dimostrano che progettare strade più facili da percorrere a piedi e in bicicletta ha un riflesso positivo sugli affari. I parklet, per loro natura, estendono anche la superficie disponibile per i posti a sedere all’aperto e, dati alla mano, quasi il 14% dei negozi registra un aumento del proprio giro d’affari come risultato della loro installazione. In definitiva, nel medio termine, si tratta di una situazione win-win per l’intera comunità: pedoni e commercianti. 

Un trend da tenere d’occhio 

Parklet di legno con copertura, sedute e altalene Negli Stati Uniti e in Europa del Nord questa tipologia di progetto è ormai diventata una pratica consolidata, promossa dalle stesse amministrazioni pubbliche all’interno di politiche urbanistiche sostenibili. In Italia, invece, l’installazione dei parklet stenta ancorai. Da noi, quello che più si avvicina all’idea di parklet sono i dehors, che tuttavia restano ad uso privato, al contrario dei parklet, che mantengono a tutti gli effetti la propria caratteristica di luogo pubblico. Sono infatti spazi di collaborazione, gestiti in genere attraverso partnership con aziende adiacenti o residenti del quartiere, che mantengono vivo e pulito lo spazio. 

In conclusione, è auspicabile che anche le nostre città si lancino nella sperimentazione, per diventare davvero “smart”. I parklet sono un’opportunità per riattivare la vitalità (e l’economia) di spazi e comunità, seppure con interventi di piccola scala e mirati. Un modo per ripensare la città e le sue strade come luogo davvero pubblico e “nostro”. 

 

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PER APPROFONDIMENTI:

Cos’è un parklet?, Needle Agopuntura Urbana

Gabriele Sangalli, Da parcheggio a spazio di vita: i parklet, Bike Italia

Francesco Amato, Spazio urbano: quelle stanze a cielo aperto che “rosicchiano” l’asfalto, Il Giornale dell’Architettura

Luca Carra, Traffico: cosa può imparare l’Italia dal resto d’Europa, Scienza in Rete

Gianluca Brambilla, Secondo TomTom Milano è la quinta città più trafficata al mondo, Open

Parklet, Global Designing Cities Initiative

Laura Laker, Five fantastic parklet designs and why we need, Zag Daily