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Il World Economic Forum ha fortemente caldeggiato alle città di trasformare il loro rapporto con la natura per affrontare la biodiversità e le crisi climatiche.
Il report “BiodiverCities by 2030” illustra perché i decisori delle aree urbane, sia in ambito pubblico che privato, devono ormai agire considerando le loro città come “sistemi viventi” le cui funzioni economiche, sociali ed ecologiche sono in equilibrio. I cosiddetti investimenti “Nature positive”, come per esempio le Soluzioni Nature-based (NbS) per le infrastrutture o la riconversione di aree urbane ad ambienti naturali, potrebbero infatti creare oltre 59 milioni di posti di lavoro nelle città di tutto il mondo e generare oltre 1,5 trilioni di dollari di valore d’affari annuo entro il 2030.
Le NbS sono soluzioni che si “ispirano alla natura” e possono contribuire allo sviluppo di ambienti urbani resilienti e sostenibili. Si tratta di strumenti efficaci per affrontare sfide come la perdita di biodiversità e gli effetti dei cambiamenti climatici. Oltre a mitigare i cambiamenti climatici queste soluzioni offrono anche benefici economici, ambientali e sociali. Aiutano a migliorare la qualità dell’aria , la biodiversità, a diminuire il rischio di inondazioni e a controllare l’effetto del surriscaldamento in ambito urbano.
Le Soluzioni Nature-based in ambiente urbano possono essere di diverso tipo e coinvolgere ambienti differenti: parchi pubblici, giardini comunitari, tetti a verde, agricoltura urbana e misure per l’attenuazione delle inondazioni. Il report dimostra come le NbS, sia in contesti urbani che rurali, possano garantire oltre un terzo dell’apporto necessario alla riduzione del surriscaldamento da qui al 2030, per riuscire a contenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2 °C. Oltre a ciò ovviamente le NbS possono efficacemente contribuire alla creazione ambienti di vita sani per le popolazioni urbane e, come già accennato, a rilanciare l’economia locale creando posti di lavoro.
Nonostante tutto ciò l’implementazione delle NbS urbane sta procedendo a rilento. Il motivo principale è essenzialmente economico: le NbS possono essere costose per le comunità locali e i possibili finanziatori privati non sempre beneficiano direttamente delle NbS, se non nel lungo periodo. Peraltro una collaborazione pubblico-privato è l’unica soluzione vincente per questo tipo di progetti.
Per riuscire a realizzare la visione che emerge da BiodiverCities entro il 2030 sono necessari dei cambiamenti nei modelli di sviluppo urbano ed è fondamentale il contributo di tutte le componenti della società.
In primo luogo le città devono adottare un “approccio sistemico” alla governance urbana che prenda in considerazione le esigenze di tutte le parti interessate, tenga conto del valore degli ecosistemi naturali e si allontani dai modelli legacy in cui le decisioni vengono definite solo dall’efficienza dei costi e da una pianificazione urbana ad hoc.
In secondo luogo le città devono reintegrare il concetto di “natura” nelle loro decisioni di pianificazione territoriale e ripristinare un “substrato naturale” quale elemento fondamentale del loro sviluppo.
Ciò significa preservare gli habitat naturali all’interno e intorno alle città, riqualificare i terreni degradati (attraverso, ad esempio, la piantumazione di alberi) e crescere in maniera smart “incorporando” la natura in infrastrutture nuove o ripensate, come per esempio corridoi verdi lungo le strade principali e tetti a verde sugli edifici di nuova costruzione.
In terzo luogo, sono necessarie azioni per rendere la natura un “investimento attrattivo” per i mercati finanziari e indirizzare i finanziamenti privati nel “capitale naturale” delle città.
Due esempi di Soluzioni Nature-based sviluppate sono il “The Back Garden” a Glasgow e la “Green Roof Strategy” di Amburgo.
Nel primo caso, unendo in un unico progetto realtà sanitarie e ambientali, la Green Exercise Partnership (GEP) dimostra come un uso innovativo di fondi pubblici possa condurre a soluzioni nuove e di successo. La GEP ha chiaramente dimostrato che le Soluzioni Nature-based si possono sviluppare anche (e soprattutto) quando si incontrano ambiti profondamente differenti e che, se struttutate nel modo corretto, queste attività sono facilmente ed efficacemente replicabili. Utilizzando fondi sia del bilancio sanitario sia di quello ambientale è stato possibile aumentare lo spazio verde, in maniera naturale e sostenibile, in modo da sfruttarlo per ridurre i tempi di recupero dei pazienti, risparmiando così, alla fine, sui costi sanitari.
Nel secondo caso la strategia di Amburgo è stata quella di creare dei tetti con superfici a verde. Una delle attività fondamentali è stata la campagna per informare i proprietari e i condomini degli edifici sui vantaggi di avere un tetto piantumato a verde. Diffondere la consapevolezza del potenziale risparmio sui costi e sostenere finanziariamente l’attuazione di questo tipo di Soluzioni Natural-based è risultato poi vincente, con la superficie totale dei tetti a verde di Amburgo che è quasi raddoppiata nell’arco di tre anni.
In tutto questo è di estrema importanza comprendere che, proprio per la peculiare caratteristica innovativa di questo tipo di progetti, si tratta di coddetti progetti “learning by doing”. È infatti necessario combinare, da un lato, una visione chiara e audace di una città completamente sostenibile e, dall’altro, l’adozione di misure effettivamente realizzabili. Muoversi nella giusta direzione, anche a piccoli passi, è fondamentale. Verranno anche commessi errori, ma le aree urbane devono assolutamente iniziare a includere le NbS nei loro scenari e prendere come riferimento la visione di lungo periodo per decide il modo migliore di procedere.
Le soluzioni Nature-based garantiscono quindi ritorni molto promettenti per il futuro delle città. È sempre più lampante come ormai tutte le aree urbane debbano trasformarsi in queta direzione e di come sia necessario, se non fondamentale, sbloccare sempre più i co-finanziamenti dei privati per riuscire concretamente nello sviluppo delle NbS.
PER APPROFONDIMENTI:
United Nations Global Impact, Nature-based solutions to address climate change
Ellen MacArthur Foundation, Circular Cities: thriving, liveable, resilent
World Economic Forum, BiodiverCities by 2030
World Economic Forum, New Nature Economy Report Series
NatureScot, Green Ways To Health Case Study: Possilpark Health & Care Centre
Scottish Forestry, NHS Greenspace for health and wellbeing
Hamburg Ministry for Environment and Agency, Green Roof Strategy Hamburg
Climate ADAPT, Four pillars to Hamburg’s Green Roof Strategy: financial incentive, dialogue, regulation and science
Hamburg Ministry for Environment and Agency, Hamburg’s Green Roofs Economic Evaluation