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Un altro anno al Salone della CSR e dell’innovazione sociale, un altro confronto stimolante. Insieme a Fastweb, P&G e il Comune di Milano, abbiamo dialogato sulle prospettive future per città sostenibili e inclusive. Tutto a partire da buone pratiche messe in atto grazie alla sinergia tra pubblico e privato.

Qual è lo scenario in cui ci muoviamo? Come ha ricordato Massimiliano Pontillo, moderatore e direttore di Eco in città, il futuro è metropolitano. Un esempio: nelle città si consuma il 70% dell’energia e viene prodotto il 69% di CO2 complessiva. È chiaro quindi che le città sono al centro della sfida per un futuro sostenibile. Una sfida che è anche occasione per ripensare la gestione dei beni comuni in un’ottica di inclusione sociale, cittadinanza attiva e sostenibilità. 

Una particolare attenzione investe le aree verdi, fulcro di sostenibilità ambientale e di socialità. Un bisogno crescente, considerando che in Italia ogni giorno vengono sottratti 70 ettari di territorio da rendere suolo urbanizzato. Non è dunque un caso che le best practice presentate si occupino tutte di verde urbano.  

Per molte aziende l’impegno per l’ambiente parte dai processi aziendali, attraverso il controllo della carbon footprint e l’efficientamento di asset e siti tecnologici per ridurre le emissioni. Allo stesso tempo, si sta facendo strada la comprensione della responsabilità che anche i privati hanno come soggetti attivi per una vita urbana sostenibile. Le iniziative concrete sono solitamente motivate dalla prossimità a uffici e luoghi frequentati da dipendenti e clienti.  

Nel caso di Fastweb, Claudia Attanasio (Manager of Environment and Social) conferma l’attenzione a questo principio: le tre città di Milano, Roma e Bari, dove sono presenti gli uffici più grandi, sono state scelte come pilota per il progetto Mosaico Verde. Un’iniziativa di riforestazione urbana e non, con l’obiettivo di rendere fruibili aree prima inaccessibili e di portare un beneficio ambientale: dalla biodiversità alla mitigazione del clima. Il coinvolgimento dei dipendenti nel processo di piantumazione è un esempio di quanto la cultura aziendale possa influire anche nell’educazione alla sostenibilità in generale.  

Dall’altro lato, P&G ha deciso di concentrarsi sull’educazione ambientale dei più piccoli, promuovendo la costruzione di Aule Natura del WWF nei cortili delle scuole. Come ha raccontato Daniela Cappello (Direttore Comunicazione Scientifica e Sostenibilità, è un progetto di riqualificazione ambientale, che trasforma spazi incolti in vitali, ma anche educativo, per formare cittadini consapevoli. 

Tra gli strumenti messi a disposizione dalle amministrazioni per semplificare il coinvolgimento dei privati c’è il patto di collaborazione, su cui il Comune di Milano sta investendo molto. L’assessora Gaia Romani (Servizi civici, Partecipazione e Trasparenza, Politiche del decentramento) ha parlato della flessibilità di tale strumento, che permette a cittadini e comuni di occuparsi dei beni comuni in condivisione, secondo un progetto definito in modo paritario. 

Le opportunità per contribuire, quindi, ci sono. Ciò che frena molte imprese sono però la lunghezza e complessità burocratica, la mancanza di assistenza nella realizzazione, la difficoltà nel rapportarsi con una rete di attori che parla linguaggi molto diversi. È qui che entra in gioco Brand for the City, facilitatore del coinvolgimento delle imprese che vogliono aiutare in progetti che partono dal basso (cittadini, associazioni, comunità). L’ascolto del territorio permette tempi minori di attivazione, partecipazione e un valore maggiore degli interventi, perché costruiti sui bisogni espressi.

La rigenerazione del Giardino dei Desideri in Corvetto (Milano) grazie a Cartoon Network ha seguito questo iter: la società civile (scuola, associazioni, gruppi informali) ha formato un patto di collaborazione con il Comune, esprimendo le proprie necessità. Per questo l’intervento prioritario è stato di mettere in sicurezza il campo da calcio dalla strada adiacente, in modo che i bambini potessero tornare a popolarlo. Su questo si è poi costruito un progetto di valorizzazione artistica del campo da basket, la posa di sedute per chi accompagna i figli a giocare, e la piantumazione di nuove alberature.  

In vista delle sfide che attendono le città è evidente che il lavoro di rete è imprescindibile per mettere a punto soluzioni innovative per il presente e il futuro. E anche per rendere gli spazi urbani vivibili e inclusivi. Prendersi cura dei luoghi significa prendersi cura di sé stessi.  

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