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Nelle nostre città assistiamo oggi al tentativo di recuperare quella relazione tra uomo e natura che ha dato forma alle comunità urbane delle origini. L’agricoltura urbana si inserisce in questo solco e, allo stesso tempo, suggerisce soluzioni per un futuro sostenibile. I risvolti positivi di questa pratica vanno dalla produzione alimentare, al cambiamento climatico, all’attivazione sociale. 

L’80% del cibo prodotto globalmente è destinato al consumo urbano, in una filiera alimentare sempre più complessa che ha impatti sulla salute nostra e del pianeta: emissioni legate a un trasporto globale, spreco alimentare ancora prima dell’arrivo al consumatore, minore accessibilità economica al cibo fresco per alcuni strati della popolazione (food deserts). Aggiungiamo a questo scenario le nuove tendenze culturali che promuovono stili di vita più sostenibili, contatto con la natura e cibo di prossimità. Capiamo così perché si parli sempre più spesso di agricoltura urbana. 

La pratica di portare coltivazioni più o meno piccole all’interno del tessuto urbano si presenta in diverse forme: 

1. Coltivazione a terra (“ground zero”), spesso in appezzamenti in disuso che vengono riconvertiti. Un esempio è l’iniziativa Urban Farming Ground Zero, a Tokyo, che unisce giovani e contadini anziani più esperti, creando una comunità che ha rivitalizzato campi sparsi in città per coltivare frutta e verdura. 

2. Coltivazione sui tetti degli edifici (“rooftop”), per ovviare alla scarsità di suolo occupabile nelle città. Brooklyn Grange è un progetto longevo che ha messo a coltura 22 ettari sui tetti dei grattaceli di New York. Tra le attività, organizza eventi e programmi educativi, oltre a contribuire all’ecosistema con un apiario urbano. 

3. Agricoltura verticale, la soluzione più flessibile, in grado di creare microclimi indipendentemente dalle condizioni esterne, oltre che efficiente grazie alla componente tecnologica. Uno spunto modulare e “casalingo” è quello proposto da Ikea con Better Shelter, un piccolo orto su una struttura componibile. 

Gli interventi menzionati non devono trarre in inganno: l’urban farming è praticabile su ogni scala, come dimostrano le tante zone nei Comuni italiani adibite ad orti urbani. Basti pensare che nell’area urbana di Milano si contano più di 2300 orti. Interessante anche osservare chi sono i soggetti che prendono in gestioni questi appezzamenti di terra: oltre alle associazioni, tra i cittadini quasi la metà sono over 65; invece stupisce (o forse no) che un coltivatore su quattro sia under 34, a dimostrare l’incontro intergenerazionale che può avvenire in questi luoghi. 

I benefici dell’agricoltura urbana si estendono ben oltre la possibilità di integrare questo tipo di produzione sostenibile in una filiera alimentare più ampia. Innanzitutto le coltivazioni, in quanto verde urbano, sono ottime alleate per la vivibilità climatica nelle città: mantengono temperature più basse, migliorano la qualità dell’aria, aumentano la permeabilità del suolo e ne prevengono l’erosione. 

Sono poi degli incubatori di biodiversità, in grado di creare piccoli ecosistemi naturali in equilibrio con flora e fauna, attraendo gli insetti impollinatori. 

Infine, sono costruiti per loro natura come luoghi di socialità. Prendersi cura di uno spazio condiviso favorisce l’aggregazione e la creazione di un senso di comunità. Specialmente se si tratta di piccoli orti di quartiere. Sono luoghi che forniscono anche occasioni “didattiche” per diventare più consapevoli su tematiche che vanno dalle proprietà delle piante aromatiche al cambiamento climatico. Non è un caso che orti e frutteti rientrino tra le attività di inclusione sociale in cui vengono coinvolti soggetti fragili, che siano persone con disabilità, senza fissa dimora o detenute. 

Per tutti questi motivi, l’inserimento di piccoli orti urbani è un elemento ricorrente nei progetti rigenerazione urbana. 

 

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PER APPROFONDIMENTI:

Urban agroforestry and its potential integration into city planning efforts, Sustainable, Secure Food Blog

Urban Farming, riportare l’agricoltura in città, podcast “Città”, Will Media

Alice Pomiato, Urban Farming e Urban Gardening: l’agricoltura entra in città, QuiFinanza

Michele Weiss, Urban farming: il futuro possibile delle nostre città, AD Italia

GreenElle, Fattorie urbane: 6 progetti di urban farming per sfamare il mondo, eHabitat

Patrick Lynch, IKEA Lab Releases Open-Source Plans for DIY Spherical Garden, ArchDaily

Paola Buzzini, Come si ottiene gratis un orto da coltivare in città, a Milano e non solo, Vice

Food Unfolded website

Milan Urban Food Policy Pact website

Photos by Il Giornale di Salerno, Pen, Anastasia Cole Plakias, ArchDaily, Jonathan Kemper on Unsplash