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Negli ultimi anni le popolazioni di api stanno subendo un rapido declino. Le api sono fondamentali per il mantenimento della biodiversità, indispensabili per l’impollinazione e sono anche delle straordinarie sentinelle del cambiamento climatico.

Oltre a ciò il 76% del cibo che mangiamo è frutto proprio dell’impollinazione da parte delle api, solo in Europa per esempio, oltre 4.000 tipi di verdure.

Può sembrare paradossale ma le api stanno meglio in città che in campagna. “Sono le stesse api a migrare dalla campagna al centro urbano, sfuggono dal ‘deserto verde’ fatto di monoculture e prodotti chimici, per approdare a uno dei tanti progetti messi in campo dalle associazioni di apicoltori, spaziando tra parchi pubblici, giardini privati, balconi, tetti di abitazioni e ristoranti” Il Sole 24 Ore.

Le api stanno bene in città anche perché c’è una biodiversità di fiori eccezionale.
Oltre a ciò c’è la possibilità di riavvicinare i cittadini alla natura attraverso canali che ne valorizzano la qualità della vita: tutela della biodiversità e attività educational.
Ci sono realtà in Italia come Apicolturaurbana.it che offrono il supporto necessario per lo sviluppo di questi progetti.
In particolare proprio quest’ultima ha coniato, prendendo l’acronimo dal mondo del software, il BaaS, Bees-as-a-Service, per indicare un servizio a 360* per allestire l’apiario nel luogo ideale.
Viene valutata, insieme a chi intende “adottare” delle api, la postazione migliore e viene fornita tutta l’attrezzatura necessaria per l’allestimento: arnie, sostegni e abbigliamento per le visite.
Vengono fornite, ovviamente, anche le api, di solito di razza italiana (tra le più apprezzate nel mondo) che hanno particolari caratteristiche di docilità.
I tecnici apistici si prendono cura delle api durante tutto l’arco dell’anno con visite periodiche e …. raccolgono il miele!
Attività come queste contribuiscono in maniera concreta al Global Goals ONU 2030 e, in particolare, al nr 11 (rendere le città più sostenibili), al nr 12 (consumo e produzione responsabili) e al nr 15 (azioni concrete e immediate per tutelare la biodiversità).
Oltre a tutto ciò le api possono contribuire al bio-monitoraggio ambientale in una vasta area (circa 7km quadrati) e sono in grado di fornire indicazioni per calcolare la CO2 abbattuta, grazie all’impollinazione delle piante.

Progetti di questo genere sono stati sviluppati in tutto il mondo. A Parigi per esempio, si contano ben 1000 alveari sparsi per tutta la città. Dal 2013 delle arnie con circa 200mila api sono state collocate in una terrazza adiacente all’ingresso della cattedrale di Notre Dame (l’apiario è anche sopravvissuto, miracolosamente, all’incendio dell’aprile del 2019).

In Germania, patria dell’ecologismo europeo, molto attenta alla fauna e attiva sul fronte della protezione delle api, attività di questo tipo sono state già intraprese da diverso tempo. A Berlino sono state collocate delle arnie sul tetto del duomo con il progetto di creare un “hotel per le api”. In questo modo circa 30mila api, ad opera dell’apicoltore Uwe Marth, sono arrivate in città.

A Milano, nel giardino della Triennale, nel 2015 è stata collocata la Honey Factory, un’arnia progettata e realizzata dal designer Francesco Faccin per permettere ai bambini di scoprire da vicino la vita delle api che non riusciamo a vedere, un vero e proprio laboratorio urbano vivente per ristabilire un contatto tra uomo e natura.

Anche diverse aziende in Italia, tra cui Barilla, Carrefour, Enel X e Iren hanno già sviluppato progetti con le api.

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Per approfondimenti:
Il Sole 24 Ore: “Nuovi mestieri: così l’apicultore diventa urbano (con un investimento iniziale di 500 euro)
Apicoltura urbana
Le Journal du Dimanche: “Notre-Dame : les 200.000 abeilles des ruches de la cathédrale ont survécu à l’incendie”
Vitamina Bee: “Notre-Dame e le api di Parigi”
Berlino Magazine: “Berlino inaugura hotel per le api per salvare il “pianeta”