[4 minuti di lettura]

Pochi giorni fa il Comune di Milano si è espresso a favore dell’introduzione del limite di 30km/h in tutta la città, a partire dal 2024. Un trend in crescita su cui le città lavorano già da anni, con zone 30 regolamentate ma localizzate soprattutto nei piccoli centri urbani. 

Non a caso, anche all’estero, sono state le città minori e decentrate a testare per prime queste misure. Ora anche le più grandi si stanno attivando – addirittura intere nazioni, come la Spagna, che dal 2021 ha il 70% delle strade con un limite di 30 km/h o perfino inferiore. 

Il limite viene applicato dove le persone vivono, lavorano, passano il loro tempo libero: le strade a ritmo lento rendono le città non solo più sicure, ma anche salubri, verdi e vivibili. Non a caso l’Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce un ruolo fondamentale per le città 30 nel raggiungimento di alcuni SDGs dell’Agenda 2030. 

Quali sono i benefici? 

  • miglioramento della qualità dell’aria e, di conseguenza, della salute pubblica 
  • promozione della mobilità attiva, ovvero degli spostamenti a piedi e in bicicletta  
  • riduzione dell’inquinamento sonoro fino al 40%
  • calo sensibile degli incidenti stradali (-25%) e degli incidenti mortali (in Francia la mortalità si è ridotta del –70%). L’eccesso di velocità rappresenta infatti un fattore determinante nel 30% degli incidenti mortali 
  • diminuzione dei tempi di percorrenza grazie a una maggiore fluidità viaria 
  • migliore vivibilità, con la strada che torna il centro della vita comunitaria 
  • aumento del valore degli immobili e della redditività dei negozi 

Le città 30 in Italia 

Tra le città grandi, le apripista saranno Bologna e Torino, già da quest’anno, ma sono state le più piccole a fare da pioniere nel limitare la velocità urbana. Cesena, ad esempio, ha iniziato a sperimentare addirittura nel 1998 chiudendo una strada del centro storico.  

Grenoble e l’integrazione dei mezzi di trasporto 

Dal 2016, la città e i 45 comuni limitrofi hanno introdotto il limite dei 30 km/h. È uno dei passi per trasformare la zona in una métropole apaisée, un’area metropolitana “calma”: l’operazione include uno spazio pubblico distribuito più equamente e l’integrazione dei diversi mezzi di trasporto. Per questo la città sta investendo in una rete di piste ciclabili – la Chronovelo – di ben 44 km.

In seguito all’adozione del limite di velocità, il 65% dei pedoni e il 78% dei ciclisti si sente più sicuro. Benefici si sono riscontrati anche per i veicoli: oltre alla diminuzione della velocità, il traffico è calato quasi del 15% tra mezzi leggeri e pesanti. 

Helsinki e il primato “zero pedoni uccisi” 

La città finlandese detiene un bel primato che dimostra la progressione possibile per avere strade sicure. Negli anni ‘90 si registravano fino a 30 pedoni uccisi ogni anno. Con la graduale introduzione di zone 30, la media è scesa a 7 nel 2010. Nel 2019, in seguito all’introduzione del limite di 30 km/h per tutta la città, nessun pedone è stato ucciso. 

Nel suo programma per la sicurezza stradale Helsinki si è concentrata su 4 aree chiave, che possono essere uno spunto interessante: trasporti sicuri e sostenibili per giovani e bambini, sicurezza stradale per pedoni e ciclisti, principi chiari per il limite di velocità e cooperazione con tutti gli stakeholder.  

Zurigo contro l’inquinamento acustico  

Zurigo ha iniziato il suo percorso con passi successivi, introducendo il limite di velocità dapprima nelle ore notturne ed estendendolo poi anche di giorno. I sondaggi confermano che questa misura ha reso la città più vivibile e gradevole per tutti, non solo per pedoni e ciclisti.  

Il dato più interessante riguarda però l’inquinamento acustico che si è ridotto del 50%, favorendo una rinnovata convivialità e riducendo i livelli di stress. 

Graz e la soddisfazione dei cittadini 

Anche la città austriaca ha seguito un percorso graduale. Nel 1992 l’introduzione della zona 30 è stata osteggiata dai cittadini: solo il 44% la approvava. Dopo due anni di sperimentazione il tasso di approvazione è salito al 77% e oggi è stabilmente sopra l’80%. 

I risultati hanno portato a un dimezzamento nella mortalità stradale, di cui il 24% subito dal primo anno, con numeri particolarmente positivi nel caso di bambini in prossimità delle scuole (-90%). 

Bilbao, un successo al 100% 

Bilbao è la prima città al mondo sopra i 300.000 abitanti ad aver implementato il limite 30 km sul 100% delle sue strade e per questo le è stato riconosciuto il Premio Europeo per la Mobilità. Grazie all’approccio educativo e al supporto dei residenti, anche i gruppi che opponevano più resistenza all’introduzione delle misure (i tassisti in particolare) si sono convinti. Anzi, ammettono che il flusso del traffico sia migliorato.

Nonostante le sue dimensioni, Bilbao è la quarta città in Spagna con meno code e imbottigliamenti, grazie al suo mix di trasporti: ben il 64% degli spostamenti avviene a piedi, il 24% su trasporto pubblico e solo l’11% con mezzo privato. 

Valencia e il coinvolgimento della cittadinanza 

Fino al 2015 Valencia aveva la fama di città dalla guida (troppo) veloce. A partire da quell’anno l’amministrazione ha iniziato a investire fortemente nel trasporto pubblico e nella costruzione di piste ciclabili, riunendo anche più di 80 stakeholder in un forum per la mobilità. Insieme hanno identificato i principi d’azione futuri, con l’obiettivo principale di restituire gli spazi pubblici all’uso di residenti e visitatori. Emblema di questo cambiamento è la Plaça de l’Ajuntament, che ha riorganizzato il traffico intorno ad ampie zone pedonali e oggi è simbolo di una gestione intelligente del traffico in città.

Questi esempi dimostrano che trasformare le nostre città in città 30km/h funziona. Certo, questa misura non può rappresentare l’unica soluzione a cui affidarsi per città più sicure e sostenibili. Il trucco, come ci insegnano questi casi europei, è muoversi con una strategia integrata: limite di velocità, potenziamento dei mezzi pubblici e delle piste ciclabili, coinvolgimento della cittadinanza nelle decisioni e riorganizzazione dello spazio pubblico. 

 

TORNA ALLA PAGINA NEWS

PER APPROFONDIMENTI:

30km/h – making streets liveable!

Other 30 Cities, City30 Brussels

Spain switches most urban roads to 30 km/h amid calls for action in several EU Member States, European Transport Safety Council

Bologna30 website

30 km/h- Alcuni esempi in Italia e in Europa, FIAB

Chiara Baldi, Tutta Milano «zona 30» dal 1° gennaio 2024: approvato l’ordine del giorno in consiglio comunale, Corriere della Sera