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Siamo nel 2023 e già da un po’ il discorso sulla vita cittadina ruota intorno a queste parole: sostenibilità e inclusione, sicurezza, salute e accesso ai servizi. Le città dovranno riformulare i propri spazi per adattarsi a queste necessità e risultare così reattive e attrattive, sia per i propri cittadini, sia per attrarre talenti e visitatori.  

Sicuramente l’emergenza climatica tornerà al centro della conversazione, dopo che l’urgenza della gestione pandemica aveva rallentato questo impulso. Il 2023 dovrà quindi essere l’anno di svolta, in cui i governi e gli altri attori rilevanti – in primis le imprese – si impegneranno per una trasformazione concreta, globale ed efficace. Questa è anche la premessa che guiderà una serie di riflessioni e interventi per città più sostenibili. Quali sono, quindi, queste tendenze verso la sostenibilità urbana? 

1. Costruire infrastrutture verdi 

I benefici generati dal verde in città sono sempre più noti e, di conseguenza, stimolano una risposta nella pianificazione concreta. Le “infrastrutture verdi” giocano un ruolo importante contro gli effetti climatici estremi e non, mitigando l’aumento della temperatura, assorbendo l’inquinamento e arginando gli allagamenti, o supportando la biodiversità. 

Non dimentichiamo anche l’impatto positivo che il verde ha sulla qualità della vita dei cittadini, offrendo occasioni di socialità e di benessere psico-fisico. Che si tratti della rigenerazione verde di un quartiere esistente, di una pianificazione attenta del nuovo o di un uso più “sperimentale” dello spazio pubblico (giardini pensili, green roof), il tema del verde in città è qui per restare. 

Ed è un cambiamento di mentalità prima di tutto: Singapore, un tempo definita “città giardino”, ha iniziato a posizionarsi come “città in un giardino”, accelerando così la percezione della rilevanza del verde rispetto al costruito.  

2. Lavorare in spazi ibridi 

L’impatto della pandemia sul lavoro – e lo spazio di lavoro – ibrido è ancora difficile da calcolare. Sicuramente la flessibilità verrà sempre più incorporata anche nei luoghi di lavoro: spazi non più chiusi e settoriali ma basati su un utilizzo libero e vario, in cui riflettere, collaborare e socializzare. Un’apertura anche verso l’esterno, verso la città, che si può ottenere incorporando negli edifici privati servizi per la comunità, come spazi eventi e ristoranti. 

Un’importanza crescente viene assunta dall’inclusività e dalla sostenibilità dimostrate da un’impresa sia verso i suoi lavoratori sia verso l’esterno: due valori che incoraggiano il senso di appartenenza. 

 3. Curare la salute delle comunità 

Per quanto riguarda la salute, si andrà verso un ripensamento delle strutture ospedaliere privilegiando, anche in questo caso, l’accesso alla natura, che dà risultati comprovati nel recupero e guarigione dei pazienti. Inoltre, in città orientate sempre di più ai servizi di prossimità, si faranno spazio i centri di comunità, che terranno insieme diverse funzioni tra cui quella sanitaria. 

Allo stesso modo, il benessere fisico e mentale dovrà essere curato anche negli spazi esterni agli ospedali, pensando a luoghi di incontro intergenerazionale (parchi, centri di comunità) di cui possano beneficiare tutti, dai bambini agli anziani. 

4. Coinvolgere i cittadini  

Come risultato della crescita costante della popolazione urbana, le politiche diventeranno sempre più “people-oriented”, ovvero concentrate sulle persone. È un cambio di paradigma rilevante: dalle città concepite come insieme di infrastrutture alle città come organismi, in cui ogni sua parte comunica e collabora con le altre.  

In questo processo sarà essenziale coinvolgere i cittadini stessi nel ripensare gli spazi che vivono: un’opera continua di ascolto e progettazione partecipata per creare luoghi realmente a misura di persona, in cui riconoscersi. 

5. Creare spazi di prossimità inclusivi e accessibili 

Senza accessibilità non c’è sostenibilità. Che sia la strada davanti casa – come nel caso della One-Minute City svedese – o del quartiere nel raggio di 15 minuti, lo spazio prossimo è quello su cui si concentrerà l’attenzione.  

Lo spazio della strada deve essere progettato tenendo in considerazione le esigenze di tutti, dai bambini che vanno a scuola a piedi alle persone che si muovono in carrozzina. Questo significa inclusività. Di pari passo dovrà muoversi la mobilità pubblica, incentivando la mobilità attiva attraverso l’estensione e la messa in sicurezza di piste ciclabili e pedonali. E chissà che il trend delle città a 30 km/h non possa dare una spinta in questa direzione!

C’è poi la sfida abitativa, che oggi mette in risalto le disuguaglianze tra cittadini ma che dovrà evolvere per assicurare case di buona qualità per tutti: sicurezza e salute sono legate in modo inestricabile con l’accessibilità abitativa. A questo proposito, rigenerare e restaurare è l’alternativa più valida (e sostenibile) alla costruzione da zero di nuovi edifici.  

 

Il 2023 dimostrerà che le sfide urbane che ci aspettano verranno risolte solo con un approccio collettivo: saranno i cittadini stessi a valutare cosa deve essere migliorato e a lavorare insieme per creare un impatto profondo e duraturo. 

 

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PER APPROFONDIMENTI:

Nicolaie Moldovan, Top 5 Smart City Trends For 2023, Europe of Cities

4 trends that could shape smart cities in 2023, Smart Cities Dive

Danielle McLean, 13 predictions about the trends that will shape smart cities in 2023, Smart Cities Dive

Cristina Mateo, Five Urban Trends for 2023, IE University

Nick Fairham, FIVE TRENDS SET TO SHAPE CITY DESIGN IN 2023, BDP

What will 2023 bring for cities? Our 10 predictions, CitiesToBe

Photos by NYC Parks, Mahan Rykiel Associates, We Work, Boris Zhitkov, Cosmogarden