Immaginate di essere il sindaco di una piccola cittadina e di disporre una carta (o un’ordinanza) che vuole limitare l’utilizzo dello smartphone in quattro luoghi dello spazio pubblico. Sembra un’esagerazione, ma in realtà è successo: a Seine-Port, piccolo comune francese di quasi 2.000 abitanti. E non si tratta di “una legge” liberticida, anzi: è stata proprio la popolazione, attraverso un referendum indetto dallo stesso sindaco, a rendere concreto il volere della maggioranza degli abitanti. Sono quattro i luoghi «nello spazio pubblico in cui abbiamo limitato l’uso degli smartphone, che ci sembrano rispondere a problemi di vita sociale e di sicurezza per i bambini: davanti alle scuole, i genitori degli studenti devono parlare tra loro e i bambini devono vedere i bambini parlare tra loro, mi sembra essenziale» sono le parole del sindaco.

Seine_Port_SmartphoneIl provvedimento è ovviamente più simbolico che effettivo, e non prevede nessuna sanzione. Quello su cui però vale la pena riflettere è come si è arrivati a questo punto. Alla necessità – seppur simbolica – di legiferare per favorire l’interazione sociale. Di certo la colpa non è esclusivamente dei dispositivi. C’è un crescente bisogno di comunità, accentuato sicuramente dopo l’esperienza – per molti traumatica – dei lockdown. E su cui studi e ricerche sembrano concordare.

Il bisogno di Comunità

Durante il lungo soggiorno negli Stati Uniti, Alexis de Toqueville non poté fare a meno di notare una peculiarità degli abitanti americani del diciannovesimo secolo: la loro capacità naturale di socializzare e di creare associazioni: «di mille tipi diversi… religioso, morale, serio, futile, molto generico e molto limitato, immensamente grande e molto minuto». Tuttavia, questa capacità sembra essersi arrestata progressivamente. Secondo un recente articolo de The Atlantic, dal 2003 al 2022, gli uomini americani hanno ridotto le loro ore di socializzazione del 30%, e si sale al 35% per le persone che non hanno una famiglia. E non basta la socializzazione digitale anzi, per certi versi ne è anche la causa. “La solitudine moderna si maschera da iperconnetività” scrive Rosie Spinks. Il bisogno di comunità continua a crescere, infatti, anche se si dispone di migliaia di “amici digitali”. Secondo VML, nel report Future 100, globalmente il 71% delle persone sostiene che la solitudine è un’epidemia, ed è necessario trovare delle soluzioni. Come?

Ci sono varie esperienze e sperimentazioni che stanno provando ad invertire il trend negativo. Esperienze che provengono dall’associazionismo, dal modo di ri-pensare la città e le funzioni dello spazio pubblico, così come dai brand che, sempre secondo la ricerca di VML, possono contribuire per il 20% a creare un senso di community.

Spain_LibraryIl ruolo della rigenerazione urbana per le comunità

La rigenerazione urbana può essere un potente vettore di socialità e di stimolo nella creazione o nell’ampliamento della comunità. Dagli interventi più grandi a semplici, piccoli interventi di rammendo urbano è possibile creare le condizioni di maggiore scambio per le persone, di abbattere le disuguaglianze. Di unire. A Medellìn, ad esempio, l’imponente “Biblioteca de España” sorge nel Barrio della città colombiana più segnato storicamente da violenza e degrado sociale. La biblioteca rientra nel più ampio progetto di architettura sociale voluto dall’amministrazione, nel tentativo – riuscito – di cambiare la storia della città. La Biblioteca di Spagna è diventato il simbolo della trasformazione sociale e urbana di Medellìn, guidato da un rinnovato senso di comunità, di libero accesso alla cultura e di scambio fra le persone. Oggi anche gli abitanti di quello che è ancora uno dei quartieri più poveri dell’intera Colombia possono accedere, liberamente, alla libreria e alla cultura che essa contiene.

Diversamente, a Parigi, il percorso della sua trasformazione in città dei 15 minuti parta anche dall’importanza della socializzazione vicino le scuole. Il progetto di creazione di 300 strade scolastiche – di cui già quasi 200 realizzate – sta cambiando radicalmente l’approccio dell’”andare a scuola”. Non solo per la sicurezza stradale dei bambini, ma di tutta la popolazione. Anziani, genitori e gli stessi bambini hanno così l’opportunità di vivere un tragitto, grazie alla pedonalizzazione e agli espedienti di urbanistica tattica che permettono una rinnovata fruizione dello spazio urbano adiacente agli istituti scolastici. E vivere significa anche, e soprattutto, socializzare: attraverso il gioco, attraverso il sentirsi al sicuro o banalmente, lo scambio di qualche battuta.  rigenerazione_urbana_brand_:urbanism

La rigenerazione urbana può intervenire anche nel recupero urbano di spazi dedicati allo sport o nella loro nuova creazione: d’altronde lo sport è, da sempre, veicolo di socialità e di comunità. Un esempio è il progetto Parchi Agos Green&Smart, che attraverso la rigenerazione di 7 parchi lungo tutta Italia e il coinvolgimento attivo delle associazioni del luogo, conduce eventi di socializzazione e sport all’aria aperta. La rigenerazione dei parchi, inoltre, assicura alle città nuovi spazi verdi e dimostra che l’impegno dei brand è possibile ed auspicabile.

Gli esempi potrebbero continuare a lungo. Tuttavia, una riflessione dello scrittore Jeremy Williams fa capire quanto, anche un piccolo intervento di cura urbana e di rigenerazione possa essere un’importante opportunità di creazione di socialità.
Williams, in questo suo pezzo, spiega perché, almeno fino al lockdown, non aveva ceduto alle richieste di un trampolino elastico da giardino provenienti da sua figlia: «guardando fuori dalla finestra della camera da letto di mia figlia, posso vedere un totale di sette diversi trampolini nei giardini sul retro. Quasi tutte le famiglie con bambini ne hanno uno […] Nel frattempo, il parco giochi dietro l’angolo cade a pezzi silenziosamente. Di solito è vuoto quando ci andiamo. Quando le altalene si sono rotte anni fa, il consiglio ha tolto il telaio piuttosto che sostituirle.»

Forse, se quelle altalene fossero state riparate o sostituite, i bambini del vicinato di Williams avrebbero potuto giocare insieme, fuori dalla solitudine dei loro rispettivi giardini.

 

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Per scoprire di più:

Franceinfo – Seine-et-Marne : “Je veux aider les parents”, dit le maire de Seine-Port, après le vote d’une charte qui “interdit” l’usage du portable devant les écoles et les commerces

The Atlantic – Why Americans Suddenly Stopped Hanging Out

VML – Future 100 2024

Rosie Spinks – The friendship problem

AV – Spain Library Park, Medellín

Rivista Studio – Esiterà mai una città dei 15 minuti?

Streetfilms – Paris School Streets: safe for children, safe for everyone

The Earthbound Report – Every child on their own trampoline