Può sembrare un’affermazione azzardata, quella contenuta nel titolo. Eppure, dati alla mano, l’Italia è fra gli ultimi Paesi, in Europa, a garantire un adeguato grado di accessibilità ad impianti sportivi gratuiti e all’aperto. Le ricadute, negative, impattano a livello sociale su più aspetti: sull’economia, sulla salute delle persone e su quella della sfera sociale.

Tuttavia, attraverso la rigenerazione urbana è possibile invertire questo trend, e dotare le città di un più ampio grado di accessibilità allo sport. Come? Attraverso la creazione di nuovi spazi pubblici all’aperto, adibiti alla pratica sportiva, accessibili e gratuiti.

È necessario fare prima un esercizio di analisi sull’attuale situazione per capire appieno il ruolo che la rigenerazione urbana, andando ad intervenire direttamente sull’accessibilità allo sport, può migliorare la salute della società.

«Repubblica del divano»

A prima vista, l’Italia potrebbe sembrare un paese sportivo. Soprattutto durante i festeggiamenti e le celebrazioni nazionali in competizioni sportive mainstream. Eppure, pare che questo lato sportivo degli italiani riguardi esclusivamente il tifo, meno la pratica.

sedentarità_sport_ItaliaSecondo i dati riportati dall’Osservatorio Valore Sport l’Italia è a tutti gli effetti una «Repubblica del divano».
Il Paese primeggia infatti negativamente in sedentarietà, molto più degli altri Paesi europei.
Nella fascia di popolazione adulta, la percentuale di persone che non pratica un adeguato livello di attività fisica è pari al 44,8%. Rendendo l’Italia il quarto Paese peggiore nell’OCSE.
Ancor peggio, il dato relativo alla sedentarietà dei bambini fra gli 11-15 anni. Il 94,5% non pratica abbastanza sport. Facendo precipitare l’Italia come peggior Paese nell’OCSE relativamente a questo dato.

Tutto ciò ha un impatto significativo sulla salute delle persone. La sedentarietà aumenta il rischio di insorgenza di malattie cardiovascolari, metaboliche, tumorali. Ma anche psicologiche e neurodegenerative. Per via dell’aumento dei fattori di rischio provocati (anche) dalla sedentarietà, la mancata pratica sportiva provoca all’Italia una spesa pubblica in sanità pari 4,5 miliardi di euro, ripartiti fra cause dirette (64%) e indirette (36%). Tanto che nel 2015, Sergio Pecorelli (Presidente di Healthy Foundation dell’AIFA) affermava che «1 euro destinato allo sport produce un risparmio ospedaliero di almeno 5 euro» .
Ad oggi, la situazione non è cambiata di molto.

Serve un cambio di paradigma. O, per dirla con le parole di Fabio Pagliara, Presidente di Fondazione Sportcity – che, attraverso il suo Osservatorio conduce ricerche sul tema in esame – serve una “migrazione”: da «Repubblica del divano» a «Repubblica del Movimento».

Ma come mai gli italiani praticano così poco sport? Oltre a motivi culturali e di predisposizione genetica, un importante fattore è determinato dalla mancanza di impianti sportivi gratuiti ed accessibili. Gli impianti sportivi italiani, infatti, sono poco diffusi, oppure inefficienti e obsoleti. Il rapporto è di 131 impianti ogni 100.000 abitanti: fra questi, la maggior parte è stata costruita 40 anni fa. Perfino le scuole non sono esenti da questo problema: sei edifici scolastici su dieci non dispongono di impianti sportivi adeguati.

Eppure, sempre secondo i dati dell’Osservatorio Valore Sport, un aumento del valore di accessibilità allo sport (indicato dall’Indice Territoriale di Accessibilità allo Sport) è direttamente e inversamente correlato alla percentuale di sedentarietà. All’aumentare di un punto percentuale dell’indice di accessibilità allo sport, il tasso di sedentarietà si abbassa dello 0,5%.

Non solo salute fisica e mentale. La cura “sociale” dello Sport

Se è vero che lo sport è: «un bellissimo farmaco senza controindicazioni» – secondo un’affermazione di Mauro Berruto (Onorevole ed ex Head Coach della nazionale italiana maschile di pallavolo) – capace di contrastare i fattori di rischio delle patologie elencate prima, il suo effetto benefico non si limita soltanto alla salute fisica e mentale degli individui. Lo sport è un attivatore di comunità, inclusione e aggregazione. Sempre secondo Berruto «non c’è attività umana che sia capace di tenere insieme persone non solo accettando, ma valorizzando le differenze di qualsiasi tipo». Tanto che la modifica articolo 33 della Costituzione sancisce che “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”.sport_urbanism

Il ruolo della rigenerazione urbana e dello Sport Urbanism

È necessario dunque investire nella realizzazione e ottimizzazione di impianti sportivi accessibili, all’aperto e gratuiti, ed in questo, entra in gioco la rigenerazione urbana. E la collaborazione fra privati, amministrazioni e associazioni nel creare luoghi accessibili e di comunità in ambito cittadino.

Attraverso la rigenerazione urbana è infatti possibile andare ad intervenire sull’obsolescenza degli impianti già presenti. Migliorandoli ed “attivandoli” attraverso il coinvolgimento delle comunità di quei territori. O di creare nuovi impianti e playground all’aperto in quelle aree delle città che risultano sottoutilizzate, dismesse o inutilizzate. Rendendo dunque quei luoghi nuovamente vivi e accessibili, in cui poter praticare sport ed “esercizi” di comunità liberamente, all’aperto. La realizzazione di nuovi playground ed impianti sportivi permette non soltanto di “curare” la società. Ma, come visto, anche di risparmiare sulla spesa pubblica in sanità.  Inoltre, svolgere sport all’aperto permette anche un cambiamento culturale su come si percepisce e si vive l’ambiente circostante. Come affermato, ancora una volta, dall’Onorevole Mauro Berruto: «lo sport aiuta a creare cultura dell’ambiente. Cultura del movimento e cultura dell’ambiente camminano di pari passo».

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Per scoprire di più:

Fondazione Sportcity – Gli italiani e lo Sport

Focus – Salute: Pecorelli, 1 euro investito in sport ne fa risparmiare 5 a ospedali

Euronews – Rapporto Ocse: non facciamo abbastanza sport, rischiamo di ammalarci

La Repubblica – Inclusione e sviluppo, lo sport sconta la carenza di infrastrutture

The European House Ambrosetti – Osservatorio Valore Sport 2024