Le città sono percepite dalle persone in modo diverso. Salire velocemente le scale di una stazione metropolitana nell’ora di punta può essere un’attività normale per una persona in età lavorativa. Più difficile per una persona anziana, che forse preferirebbe un ascensore. Attraversare una strada trafficata da auto può essere rischioso per una persona anziana. La qualità dell’aria ha un effetto diverso sulle persone in base all’età: l’epidemia di COVID ne è un esempio lampante. Gli attrezzi per l’attività fisica, all’interno di un parco, sono spesso progettati per i bambini o per gli adulti, meno per quelle persone che cominciano a sentire il peso del loro corpo in modo diverso. E poi c’è la solitudine, percepita spesso in modo più evidente dagli anziani.

intergenerazionalitàLe città stanno attraversando un cambiamento demografico determinato non soltanto nel numero dei suoi abitanti ma anche in quello della loro età. Secondo l’Onu, nel 2050 le persone con più di 60 anni raddoppieranno rispetto alle previsioni per il 2030. Agire sulle città per renderle più vivibili e accessibili ad una popolazione che continua a crescere (nella sua età) significa rendere le città più inclusive e più eque. Non soltanto per le persone in terza età, ma per tutti: “nessuna questione è relativa solo alla terza età” ha affermato l’architetto Stefano Boeri.

Rigenerare lo spazio urbano

Agire sullo spazio urbano può migliorare la vita delle persone più anziane e favorirne l’integrazione, l’indipendenza e l’inclusione sociale.

Il verde urbano può migliorare la vita alle persone più anziane, estendendo i vantaggi a tutte le fasce della popolazione. La qualità dell’aria, in prossimità di aree verdi, migliora: garantendo alle persone con fragilità respiratorie una maggiore qualità della vita. Giardini e aree verdi possono anche rappresentare un catalizzatore di socialità e di scambio fra diverse età.

Ad esempio, creando al loro interno percorsi o attrezzando i parchi di strumenti per lo sport accessibili a tutte le età. È il caso dei parchi intergenerazionali, progettati per favorire l’interazione e le attività fra diverse età. Fra questi, spiccano il parco pubblico di Aveiro (Portogallo), della palestra a cielo aperto ad Hyde Park (Londra) o il progetto del parco intergenerazionale di Matera.

Attraverso l’urbanistica tattica si può invece agire sulla qualità dello spazio pubblico, sulla sicurezza stradale e sull’abbassamento dell’inquinamento. Parigi e Barcellona, ad esempio, stanno riuscendo a ricucire il tessuto sociale urbano, favorendo lo scambio sociale fra giovani e anziani nello spazio pubblico proseguendo con la filosofia della città dei 15 minuti. Migliorando, oltretutto, la vita di tutti i cittadini.

Contro la solitudine

Parchi e piazze possono contrastare la solitudine per alcuni momenti. Ma è nella vita di tutti i giorni, quella che si passa magari in casa, che il peso della solitudine si fa più pensate. Il senso di comunità – in crescita, secondo i dati emersi dal Future Trends 2024 di VML – non riguarda soltanto i più giovani, ma anche le persone più anziane. Per questo, un gruppo di donne londinesi, di età fra i 58 e i 94 anni, si sono riunite nell’obiettivo di creare un’esperienza di comunità attraverso la co-abitazione, nel New Ground Cohousing. Secondo le parole delle promotrici “stiamo aprendo la strada affinché altri adulti oltre i 50 anni possano seguirla. Speriamo che abbiano un percorso più semplice del nostro, ora che abbiamo mostrato la via. La comunità di coabitazione per anziani potrebbe arricchire la vita di molti e ridurre le pressioni sui servizi sanitari e assistenziali, se le autorità locali, gli urbanisti, i responsabili delle politiche e i costruttori aiutassero a rimuovere i molti ostacoli posti dalla società”.

Verso una “Città Longeva”

È quindi tempo che le città si configurino come città della longevità, intesa come la creazione di un ambiente urbano accessibile ed inclusivo, in cui la popolazione anziana ne è parte integrante, e non lasciata ai margini. City of Longevity è un’iniziativa globale – che in Italia vede l’adesione di Bergamo e Cremona – che mira a questo obiettivo. Una piattaforma che, anche attraverso un approccio smart di raccolta dati, mira a programmare una città migliore per tutti, con la collaborazione attiva di brand, amministrazioni e cittadini. In approccio definito di co-design in cui, anche le persone più anziane, possano partecipare attivamente al miglioramento della propria città.

 

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PER APPROFONDIMENTI:

City of Longevity: a new paradigm for cities in a longevity society

Mauro Saitò Architetti – Parco Intergenerazionale Matera

Happyageing – Invecchiamento, al via il progetto globale “City of longevity

Istat – Una popolazione che invecchia

Open – Dopo Bergamo, anche Cremona tra le «città della longevità»: ecco il progetto che punta a una vita migliore per gli anziani

New Ground Cohousing

Il Fatto Quotidiano – Una (grande) casa tutta per loro: a Londra un cohousing per sole donne

The Future 100: 2024