L’evento più importante di Milano – la Design Week – si è concluso questo fine settimana (21 Aprile). Passata la “sbornia” degli eventi, delle feste notturne più o meno esclusive ed inclusive, la noia delle file per tutto e l’entusiasmo di vedere una città brillare di creatività – a volte sovversiva e capace di innescare riflessioni, altre volte puramente comunicativa e “pubblicitaria” – è tempo di bilancio. Crediamo infatti che una riflessione, sulla falsariga di quella che avevamo fatto due anni fa, su ciò che un evento di tale portata provoca e può provocare sia per noi un esercizio necessario, quantomeno per provare a capire che tipo di meccanismi si innescano – e se si innescano – nel ripensamento e nel cambiamento delle città. Che è, in estrema sintesi, la nostra mission.

Lasciamo quindi ad altri, più competenti, teoremi e calcoli sull’indotto, sull’aumento del numero delle prenotazioni di alloggi e su quanto il loro  prezzo sia schizzato alle stelle, in una galassia immobiliare che – ormai anche fuori dai grandi eventi – rischia di implodere in un grande buco nero.

Brera-Design-Week

Sul (nostro) concetto di Design e Sostenibilità

La definizione di Design proposta dall’Enciclopedia Treccani pone l’accento anche sulla sfera urbana della materia in esame: […] la progettazione (generalmente a opera di un architetto) mirante a dare ordine e forma a parti di città, ad attrezzature collettive, a parchi pubblici; […].

Il nostro lavoro è quello di facilitare processi di rigenerazione urbana che rendano le nostre città, le periferie, i quartieri, le piazze e i parchi luoghi capaci di unire le persone. È quindi un processo che, oltre alla sfera urbana e prettamente tecnico-architettonica, preveda un attento lavoro di ascolto, coinvolgimento e attivazione delle comunità. Dunque, di design, di progettazione, non puramente tecnica, ma per certi versi anche umana, sociale, comunitaria. Perché non si può fare “city making” senza “city design” così come non si può fare una città senza persone. Non si può rigenerare senza fondamenta sociali.  Ecco: quello che ci chiediamo è se questa declinazione di design abbia avuto un ruolo in questa edizione del Salone del Mobile e del Fuori Salone. E se, anche le prossime edizioni, possano fare – e fare di più – in questa direzione.

Secondo alcuni commenti, riportati da Repubblica e dal Fatto Quotidiano, la settimana che si è conclusa è stato un evento al limite della bulimia. La quantità di iniziative e la densità con cui si sono susseguite possono lasciare lo spettatore/visitatore senza il “tempo di sedimentare il senso dei contenuti che propongono”. Il rischio è quello di perdersi nel “traffico” di tutto questo.

Design-Week

 

Paradossalmente è proprio nel traffico, quello automobilistico invece, che si sono visti degli spiragli di design cittadino capace di lasciare un segno concreto nel futuro della città. Come riporta il Corriere, il sindaco Sala, invitando i cittadini a non utilizzare l’auto a causa dell’elevato traffico ha affermato: “replicheremo l’idea di alcune strade chiuse per la design week come un tratto di via Solferino a Brera e tutta via Tortona. Non so se saranno pedonalizzate in futuro, non in modo immediato, ma sperimentiamo la possibilità di cambiare modo di vivere”.  Ecco, è questo tipo di sperimentazioni, di progettazione, di design urbano e sociale – perché l’auto è un fatto sociale, se non altro, un’ideologia sociale –  che ci auspichiamo come legacy da un evento di queste dimensioni. “Qualcosa pensato per la Design week può anche diventare permanente” ha continuato Sala. È questo, il design che ci auspichiamo dalla settimana più importante di Milano.  E prova anche che la Design Week può lasciare di più, alla città, al suo concludersi.

Stessa cosa vale per i messaggi, più o meno colti dai visitatori, di sostenibilità che le installazioni e le opere disseminate per Milano hanno cercato di trasmettere. La Design Week per essere culturalmente rilevante e creativamente stimolante non potrà mai perdere la propria libertà di progettare e costruire installazioni effimere, bellissime, ma di dubbia funzione.
Tuttavia opere come Linee d’Ombra (non certo l’unica) che spinge a riflettere sulle rinnovate necessità di ombra nelle piazze delle città, per contrastare gli effetti del cambiamento climatico, ci pongono di fronte ad un’altra domanda. Cosa resterà alla città, alle comunità, del messaggio di quell’opera, una volta che verrà smontata, trasferita, riciclata? Cosa resta oggi della Design Week, aldilà della conta economica, delle opere svanite, dei prezzi alle stelle?

Milano_Centrale_Design_Week

Per noi, è necessaria una evoluzione, nel trasformare l’effimero in effettivo e virtuoso: se l’arte veicola messaggi, gli attori coinvolti nel cambiamento delle città devono essere capaci di tradurli in azione. Se le settimane di Milano sono un’occasione per portare alla luce di una vetrina scintillante messaggi importanti sulla sostenibilità ambientale e sociale, è importante che questi messaggi vengano poi tradotti in concretezza.

Noi di Brand for the City siamo e saremo a fianco di tutti quegli attori – aziende, amministrazioni, think thank, realtà locali – che vorranno provare a lasciare qualcosa di concreto alla città: un’installazione design può legarsi alla valorizzazione di un parco pubblico, un evento circoscritto può essere un test pilota per dare nuova luce e funzione ad un’area sottoutilizzata di un quartiere. Sono spunti, a cui di certo se ne possono aggiungere molti altri. Ma su cui vale la pena porsi delle domande per il futuro.

Torna alla pagina News

Per scoprire di più:

Brand for the City: La Design Week può diventare un modello di rigenerazione sistematica?

Il Sole 24 Ore: Settimana del design: per Milano un indotto da 261 milioni, il 13,7% in più del 2023

Il Sole 24 Ore: Salone del Mobile: hotel sold out e in casa spesa media di 400 euro a notte

La Repubblica: Se Milano diventa vittima delle sue Week: non bastano i grandi numeri, servono progetti per la città

Il Fatto Quotidiano: Design Week nel segno della bulimia: a Milano il pubblico si divide fra entusiasti e perplessi

La Svolta: Design Week: l’ombra è una risorsa sempre più preziosa contro il riscaldamento globale

Slow News: L’ideologia sociale della macchina

Il Corriere della Sera: Milano, l’appello di Sala per il Salone del Mobile e il Fuorisalone: «Lasciate l’auto a casa per non rimanere bloccati nel traffico»