I contesti urbani tendono a cambiare più rapidamente delle forme urbane”, scriveva nel suo libro – Cities By Design: The Social Life of Urban Forms – la sociologa Fran Tonkiss.  Le città, come l’intera società, sono spesso travolte da trasformazioni o eventi repentini che ne stravolgono le funzioni, le destinazioni o semplicemente il modo di fruire uno spazio.

Spesso, ciò accade ad una velocità tale cui non corrisponde un effettivo cambiamento dello spazio. Si prendano, come esempio, le trasformazioni sociali indotte dalla passata pandemia, da una crisi economica o da un evento estremo: le attività produttive chiudono. Gli uffici si svuotano. I negozi abbassano le saracinesche ed interi quartieri possono sparire: semplicemente perché non ci sono più le persone. Trasformare o rigenerare questi spazi, richiede molto più tempo e, intanto, i bisogni delle comunità sono già cambiati. Cosa succede nel frattempo? O meglio, cosa può succedere, nel frattempo.

Può succedere che le comunità – in attesa di interventi strutturali – possono “progettare” la propria città o il loro spazio urbano. “La città temporanea è lo spazio progettato dall’individuo” affermano Peter Bishop e Lesley Williams nel loro libro (The Temporary City). Cosa è quindi, una città temporanea (Meanwhile City)?

È una città che risponde, attraverso il volere e il potere delle proprie comunità, al vuoto. Una città che sfrutta la creatività dal basso – o la co-creazione –  per riempire quello spazio temporale e, allo stesso tempo, urbano, lasciato vuoto dalle lentezze burocratiche, da crisi o semplicemente dalle necessità progettuali. Creando spesso le condizioni per una risposta resiliente all’attesa (di una trasformazione, di una ristrutturazione, di un processo lungo di riorganizzazione di un quartiere).

le_grand_voisins_temporary_meanwhileLa Meanwhile City risponde quindi, in modo tempestivo, al mutato contesto urbano. Aprendo anche alla possibilità di influenzare, permanentemente, il futuro di un’area.

Le possibilità di realizzazione e il significato stesso di una Meanwhile city sono molteplici variano a seconda del contesto. Si può trattare di piccoli interventi così come di grandi progetti che si dipanano in un arco temporale molto più lungo e necessitano di una stretta collaborazione fra imprese private, cittadini e amministrazioni.

Spesso, poi, non c’è una direzione precisa per i progetti della “Città temporanea”: si tratta di sperimentazioni, di “semi” che possono poi diventare esempi consolidati o promuovere cambiamenti permanenti.

Vediamone alcuni.

Le Grand Voisins

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L’ex ospedale Saint-Vincent-de-Paul, a Parigi, si sviluppava nell’insieme di una ventina di edifici. Chiuso nel 2012, il progetto della città prevede la trasformazione dell’area in un nuovo quartiere. Chiaramente, le tempistiche per una trasformazione di questo tipo sono lunghe. Ed ecco che, nel frattempo, si è insediata (più di) una comunità: Le Grand Voisins è un progetto che, grazie all’apertura da parte dell’Amministrazione – prima proprietaria degli edifici – ha visto l’utilizzo degli spazi da parte di oltre 250 associazioni. L’obiettivo è stato quello di occupare gli spazi vacanti, a cifre molto basse, per animare il futuro quartiere. E trasformare dunque l’area di un ex ospedale in un luogo vivo, sociale e animato. Quando l’area è passata sotto la proprietà privata della società responsabile dell’avvio operativo del progetto di riqualificazione, le associazioni hanno avuto la possibilità di continuare le loro attività, e di stilare un programma che riuscisse a coniugare il proseguimento di attivazione sociale che conducevano con l’inizio dei cantieri. Quello che rimarrà, alla fine dei lavori, sarà un’esperienza comunitaria tangibile e già avvitata. Capace di influenzare gli scenari futuri anche dopo la fine dei lavori.

The Dalston Eastern Curve Garden

Dalston Easter Curve Garden

Costruito nella primavera del 2010, come intervento temporaneo, il Dalston Eastern Curve Garden sorge nell’affollata area urbana di Dalston, più precisamente nel quartiere di Londra Hockney, lungo un tratto ferroviario abbandonato. Il giardino è stato costruito con l’aiuto di volontari, residenti locali ed è oggi un punto di ritrovo fondamentale per la comunità. Capace di favorire lo scambio intergenerazionale e di allontanare soggetti e situazioni criminose che prima attanagliavano l’area.

Da temporaneo, il giardino ha poi resistito alle numerose minacce di espansionismo urbano che si sono susseguite. Il volere della comunità ha permesso al giardino – che ospita ancora oggi una grande quantità di eventi – di rimanere intatto e di svolgere la sua funzione sociale.

 

Gli esempi qui riportanti non sono tuttavia esaustivi del concetto di meanwhile city. Altre modalità, ad esempio, in maniera simili a quanto descritto per Parigi, prevedono l’affitto di locali vuoti a prezzi molto bassi, nel tentativo di far rinascere attività produttive in aree dismesse. Altre volte invece, la temporaneità di interventi di urbanistica tattica, possono imprimere cambiamenti in porzioni di città e favorire un impatto duraturo sulla mobilità e la fruizione delle strade. Come successo, ad esempio, a Paseo Bandera.

Ciò che comunque dimostrano gli esempi riportati è che nei processi di rigenerazione urbana, brevi o lunghi che siano, piccoli o grandi che siano, l’ascolto e l’attivazione delle comunità è un aspetto fondamentale. Come visto per Parigi, la creazione di un nuovo quartiere non può non tenere in considerazione i bisogni – espressi tramite una virtuosa sperimentazione – della popolazione coinvolta. Così come l’esempio di Londra e della strada a Santiago del Cile dimostrano che il volere della popolazione, quando ascoltato e assecondato, può portare vantaggi per tutti.

 

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Per scoprire di più:

Meanwhile Spaces: Temporary Interventions for Lasting Urban Development – Arch Daily

Meanwhile uses in the city – should this be the new normal? – Liz Crump

Can Temporary Urbanism be a Permanent Solution? Urban Spaces in Liquid Times – Megumi Koyama

Saint-Vincent de-Paul – Paris & Métropole Aménagement

Le Grand Voisins

Meanwhile Use London/ A Research Report For The Greater London Authority – Arup

Making Space in Dalston – A–D