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I parchi svolgono un ruolo fondamentale nella vita sociale dei centri urbani. 
Secondo la no profit Center for Active Design, vivere a meno di 10 minuti a piedi da un parco è associato a livelli più elevati di fiducia e apprezzamento civico. L’indagine ha indicato livelli di fiducia superiori del 2%  tra coloro che vivono a meno di 10 minuti a piedi da un parco qualsiasi, inoltre nelle persone che vivono vicino a un parco conosciuto e frequentato, i livelli di fiducia crescono del 10%. Vivere però vicino a un parco deprimente, mal tenuto o circondato da strade trafficate, è associato a livelli inferiori di fiducia.

Negli ultimi dieci-quindici anni, la tecnologia ha rapidamente rivoluzionato, settore dopo settore, le nostre vite, interlacciandosi con tutto ciò che facciamo. Il modo in cui ci spostiamo, ci manteniamo in contatto con gli amici, incontriamo nuove persone e facciamo business sono totalmente cambiati. Anche le infrastrutture delle nostre città e degli edifici in cui viviamo si sono modificate. Perché allora l’adozione di soluzioni tecnologiche nei parchi è così lenta?
Questa adozione “rallentata” nel tempo della tecnologia può, e di fatto rende, i parchi meno desiderabili per nuove generazioni, perennemente connesse. È quindi altamente probabile che si stiano perdendo grandi opportunità: viene meno la possibilità di fornire un incentivo a uscire di casa per questo target specifico, ma in generale per tutte le persone.
Gli “SmartPark” sono parchi che, grazie alla tecnologia, offrono ai frequentatori dei vantaggi indiscutibili e quindi forniscono valore aggiunto al parco stesso.
La creazione di parchi di questo tipo non richiede necessariamente cambiamenti o investimenti enormi e, comunque, si può ricorrere al cosiddetto Brand Urbanism per sviluppare tali progetti. L’approccio può essere incrementale, partendo ad esempio con servizi di Wi-Fi gratuito, panchine con postazioni di ricarica (magari a energia solare) per poi ampliare l’offerta arrivando a servizi di illuminazione intelligente e perfino al trasporto con veicoli elettrici senza conducente.
Oggi la disponibilità connettività veloce è un aspetto fondamentale della vita e quindi servizi come il Wi-Fi pubblico e la ricarica del telefono gratuita rappresentano elementi di implementazione iniziale perfetti per i parchi.


A tal proposito uno studio di Purple WiFi mostra infatti che il 78% degli intervistati ha maggiori probabilità di visitare luoghi in cui si possono connettere attraverso un valido Wi-Fi gratuito.
Tra l’altro, oltre a coinvolgere le generazioni più giovani e più connesse, l’adozione di tecnologie di questo tipo nei parchi può aiutare anche i gestori dei parchi stessi a migliorare in modo innovativo i servizi offerti.
In un progetto pilota del dipartimento dei parchi di New York prevede di valutare, per esempio, tramite particolari panchine con sensori a energia solare, la frequentazione di un grande parco nel Bronx.
Parigi, allo stesso modo, ricorre a sensori e funzionalità Bluetooth su oltre 3.000 panchine nei parchi per raccogliere dati sul traffico dei visitatori e consentire agli utenti dei parchi di fornire feedback sulle strutture attraverso sondaggi.
Questi dati possono fornire informazioni valide su quali aree ed elementi dei parchi vengono utilizzati e quali strutture invece sono sottoutilizzati, dando preziose indicazioni sulla direzione in cui evolvere o migliorare i servizi offerti.
La National Parks and Recreation Association (NPRA) ritiene che quando si tratta di attirare i bambini in parchi e aree verdi, app di realtà aumentata, simili a Pokemon Go per intenderci, possano risultare molto utili. Questi ambienti virtuali vengono visualizzati tramite smartphone o tablet e attivati ​​nelle aree giochi e in altre zone del parco. Le app possono, sotto forma di gioco, offrire ai bambini attività per incoraggiare l’apprendimento e l’esercizio fisico.


Secondo uno studio condotto da Hassell, uno studio internazionale di architettura e design, gli SmartParks risultano anche più attrattivi di quelli non dotati di soluzioni tecnologiche. Il 96% delle persone intervistate hanno infatti affermato di essere più propense a visitare parchi nei quali sono presenti delle dotazioni tecnologiche. Inoltre il 91% di queste persone ha dichiarato che passerebbe più tempo nei parchi e il 43% che ritiene trascorrerà almeno mezz’ora in più del solito.
Del resto, come già affermato, i parchi sono elementi importanti delle città e, visto che queste diventano sempre più “smart”, non si capisce perché anche i parchi non debbano diventarlo, limitandosi solo a essere dei “polmoni verdi” senza specifiche dotazioni tecnologiche.
L’esempio di Londra è emblematico. La metropoli inglese è considerata una delle maggiori SmartCity al mondo. I parchi di Londra di ogni dimensione, dai 225 ettari del Queen Elizabeth Olympic Park ai piccoli parchi cittadini, come Victoria Embarkment Gardens, hanno implementato, in diversa misura, soluzioni innovative che li fanno rientrare nella categoria degli SmartPark.
Tra l’altro l’integrazione della tecnologia nei parchi non solo aumenta la frequentazione, ma può anche avere un impatto sugli affitti e sui prezzi delle case nelle aree intorno al parco. 
Dopo che il Bryant Park di Manhattan è stato completamente rinnovato, per esempio, è diventato un’importante attrazione sia per i turisti che per i residenti locali con oltre 20.000 visitatori al giorno e i prezzi degli affitti per di spazi commerciali e uffici sono aumentati tra il 115 e il 225% mentre i prezzi degli immobili residenziali nelle vicinanze sono cresciuti anche del 150%.
Gli Smart Park rispondono perciò alle necessità di tecnologia e connessione legate ai nuovi stili di vita, supportando e facilitando l’attività all’aperto e rivitalizzando così l’esperienza dei parchi stessi e delle aree circostanti.

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Per approfondimenti:
Lucy Taylor, Dieter Hochuli, “Defining greenspace: Multiple uses across multiple disciplines” Landscape and Urban Planning Nr 158 Feb. 2017
aeris, “How Smart Parks Revitalize the Urban Park Experience” aeris blog
Sally Caird, Stephen Hallett, “Towards evaluation design for smart city development” Journal of Urban Design 24/2019
Jennifer Kite-Powell, “See How These 3,000 Paris Parks Benches Are Getting A Smart Makeover“, Forbes
Paschalis Arvanitidis, Therese Kenna, Gabriela Maksymiuk,  “Public Space Engagement and ICT Usage by University Students: An Exploratory Study in Three Countries” in CyberParks – The Interface Between People, Places and Technology, 2019, Springer
Simon Joss,  Frans Sengers, Daan Schraven, Federico Caprotti, Youri Dayot, “The Smart City as Global Discourse: Storylines and Critical Junctures across 27 Cities” Journal of Urban Technology 26, 2019
City parks are key to rebuilding civic trust” The Dallas Morning News
Lucie Zvolska, Matthias Lehner, Yuliya Voytenko Palgan, Oksana Mont, Andrius Plepys, “Urban sharing in smart cities: the cases of Berlin and London” Local Environment 24, 2019
Ieuan Hook, “Are smarter parks also more attractive?” Hassell blog
IESE (Instituto de Estudios Superiores de la Empresa Busness School). 2020. IESE Cities In Motion Index of 2020
Heidi Huff, “Smart Parks: The Benefits of Combining Technology and Natural Spaces” Sealevel Systems, Inc blog
Monty Munford, “London leads the way in the global growth of ‘smart cities’” The Telegraph, 28th November 2015
Edward Krafcik, “Making Smart Parks” NPRA’s Montly Magazine 5/2016
Ruben Sanchez-Corcuera, Adrian Nunez-Marcos, Jesus Sesma-Solance, Aritz Bilbao-Jayo, Rubén Mulero, Unai Zulaika, Gorka Azkune, Aitor Almeida, “Smart cities survey: Technologies, application domains and challenges for the cities of the future” International Journal of Distributed Sensor Networks, 2019