Quella dell’arte urbana, e dei murales, è una storia longeva. Negli anni ’60, soprattutto negli Stati Uniti, è la condizione precaria dell’esistenza urbana a ispirare una generazione di artisti che farà storia. Keith Haring e Jean-Michel Basquiat renderanno l’urban art a tutti gli effetti una corrente artistica riconosciuta.

Poi gli anni 2000 e l’arrivo dell’urban art in Italia. Milano, Bologna, Roma. L’arte urbana è oggi la cifra stilistica di una cultura pop, capace di veicolare messaggi di valore e di portare colore in quelle periferie e in quei quartieri resi troppo grigi da un progresso urbano guidato più da un cieco espansionismo che da un reale progresso sociale.

L’urban art sta quindi oggi assumendo un ruolo importante anche nei processi di rigenerazione urbana. Tuttavia, spesso non basta la sola opera a rendere un luogo più vivo, vivibile e identitario. Certo, la bellezza fa parte dell’esperienza umana, ben vengano quindi vicoli, quartieri e città diventati oggi musei a cielo aperto – è il caso di Freeman Alley a New York o del più recente caso di Pisa. Ma rigenerare significa anche rendere un luogo più vivo. Creare occasioni di socialità, di scambio. E qui, entra in gioco lo sport.

Il rapporto fra urban art e sport è capace di generare un impatto positivo sui luoghi e sulle comunità.

Il colore può fungere da elemento identitario. Promuovere lo scambio fra arte e comunità, aumentare il senso di appartenenza e di partecipazione. Lo sport invece, oltre ad aumentare salute e benessere svolge un ruolo socio-educativo fondamentale. E risulta essere un forte attivatore sociale. Il valore dello sport è sancito dalla Costituzione italiana, che all’articolo 33 recita: la Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme. Il connubio fra urban art e sport può essere quindi un importante vettore capace di creare occasioni di rigenerazione non soltanto urbana, ma anche e soprattutto sociale.

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Alcuni esempi di incontro fra urban art e sport

L’esempio più celebre, e più volte citato, è il campo da basket nel quartiere di Pigalle, a Parigi. Realizzato col contributo di Nike, il campo si incastra fra due palazzi e spicca per i suoi colori accesi. Nella stessa direzione, a Rio de Janeiro un’artista sta trasformando spazi pubblici dedicati allo sport in opere d’arte. L’obiettivo, secondo l’artista intervistato da Arch Daily, è quello di riattivare spazi semiabbandonati, creando, attraverso l’arte, un senso di appartenenza maggiore delle persone, attivando luoghi per il tempo libero e la socialità. In Italia, il progetto Blooming Playground a Torino, realizzato in occasione della fiera d’arte Paratissima 2020, ha colorato un campo da basket all’interno dell’ex Accademia Militare. Sul legame tra arte urbana e sport, il presidente di un’associazione che ha collaborato con la comunità nella realizzazione del progetto ha dichiarato: “nella loro diversità l’arte e lo sport condividono la stessa valenza sociale: entrambi sono in grado di unire le persone e di far provare sentimenti ed emozioni uniche”.

L’intreccio fra urban art e sport, tuttavia, non riguarda soltanto la realizzazione o decorazione di playground. La capacità dell’arte di rendersi portatrice di messaggi e valori è ciò che ha spinto la realizzazione del progetto Nulla Virtus. Un progetto che prevede la realizzazione di 5 murales che intendono trasmettere i valori degli sport invernali. Il tema principale è la sfida quotidiana, delle persone, nel superare i propri limiti: sia nella vita quotidiana così come nella pratica dello sport. Il primo murales realizzato, Limitless, pone inoltre l’attenzione sull’importanza della prevenzione nella lotta alla meningite.

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Il ruolo del Brand Urbanism

Gli esempi riportati – ad eccezione di quello di Rio de Janeiro – testimoniano che spesso è grazie al dialogo fra brand, comunità, associazioni e amministrazioni che è possibile realizzare progetti in cui la rigenerazione urbana assume il ruolo che dovrebbe avere. Ovvero, quello di creare luoghi in cui la rinnovata bellezza si sposa con le esigenze di socialità, inclusione e partecipazione delle comunità. In questo caso, attraverso il connubio fra urban art e sport.

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Per scoprire di più:

Alla scoperta di Freeman Alley, il vicolo di New York pieno di street art e gallerie – Artibrune

Inaugurato a Pisa il più esteso museo a cielo aperto dedicato all’arte urbana in Italia – Comune di Pisa

“Blooming Playground”, l’opera di Tellas a Torino – Collateral

Transforming Public Spaces Through Art: An Interview with Antonio Ton – Arch Daily

Nulla Virtus – Smoe Studio

History of Urban Art – Eden Gallery